#Storiedicarattere
storie caratteri tipografici

Un viaggio nel mondo dei font con il calendario Red Apple 2021!

 
Se diciamo “carattere”, a che cosa pensate?
Il termine in italiano ha una doppia accezione, eppure in entrambi i casi non perde il suo valore più grande: il potere di esprimere qualcosa.
 
Riferito alle persone infatti identifica la personalità di un individuo, i suoi pregi ed i suoi difetti; è stata coniata anche l’espressione “avere carattere” per indicare persone integre, che rispettano e si fanno rispettare, che portano avanti le proprie idee ed i propri ideali.
Riferito alle lettere invece, è la potenzialità di esprimere parole ed idee visivamente: scrivere lo stesso vocabolo con caratteri diversi cambia profondamente quello che può trasmettere a livello emotivo e visivo.
Non ci credete? Ecco un esempio:
 

Leggero

Leggero

La scelta di un carattere con molto peso, nel primo caso, non supporta il significato della parola e ci trasmette un senso di solidità; al contrario, utilizzare un carattere calligrafico con linee sinuose e tratti fini, aiuta a trasferire al lettore il senso della parola, ovvero la leggerezza.

Questo il concept per il nostro calendario 2021, che sarà a breve disponibile: giocare con la doppia accezione del termine “carattere”, ripercorrere le storie di alcuni dei font più utilizzati dai graphic designer e, attraverso frasi motivazionali, farvi soffermare qualche istante… perché, a volte, un’attitudine “di carattere” può essere uno sprono a guidare le vostre scelte, i vostri destini.
Contemporaneamente, sui nostri canali social, vi racconteremo il legame che esiste tra personalità, brand e carattere tipografico scelto.

Pronti ad intraprendere questo viaggio insieme a noi? Partiamo allora!

Innanzitutto un chiarimento: carattere tipografico VS font

Quante volte avete usato il termine “font” per definire, ad esempio, l’Helvetica o il Times New Roman?

E’ ormai diffuso l’impiego di “font” come sinonimo di carattere tipografico: nello slang di tutti i giorni definiamo “font” tutti quelli che ci compaiono nel famoso menù a tendina di ogni programma che preveda del testo. In realtà però esiste una profonda differenza: ecco la prima curiosità che imparerete oggi!

Carattere tipografico identifica un insieme di caratteri progettati per avere la stessa apparenza visiva;
font è invece lo strumento, il file che consente la visualizzazione del carattere tipografico (deriva da fonte in francese e font in inglese, usati per indicare il piombino metallico con cui si stampa).

Dunque: Helvetica è il carattere tipografico, Helvetica Italic Bold è il font.

Tutto chiaro? Possiamo proseguire allora!

Dalla nascita della stampa a… Comic Sans

Sì, abbiamo osato pronunciare QUEL nome, il “colui che non deve essere nominato” del mondo dei grafici… ma c’è una ragione: anche “lui” è una parte fondamentale della storia che andremo a raccontarvi, aspettate a giudicarlo!

Partiamo quindi dagli albori: l’evoluzione dei caratteri tipografici è strettamente intrecciata alla storia della stampa. Prima del 1450, anno in cui Gutenberg dà vita alla stampa a caratteri mobili, l’unica modalità di scrittura era quella manuale; solo con l’arrivo delle Blackletter quindi possiamo davvero parlare di caratteri tipografici.

Inizialmente la stampa si ispirava alla scrittura manuale e ai caratteri gotici, che apparivano però poco leggibili: è in questo momento che arrivano i caratteri Romani. Ne è un esempio Cambria, risalente al 1500 ed inventato da Jenson: da subito amato per le sue linee leggere ed eleganti, è ancora oggi uno dei più utilizzati.

I caratteri nati negli anni successivi, fino ad arrivare alla metà del 1800, si possono suddividere in tre macro categorie:

  • Oldstyle: poco contrasto tra curve e linee e grazie spesse.
    Un esempio? Caslon, il cui inventore omonimo ha creato anche i caratteri Sans Serif.
  • Transitional: grazie più sottili e alto contrasto tra curve e linee.
    Ne fa parte Baskerville!
  • Modern: grazie molto sottili e un elevato contrasto tra curve e linee.
    Tra questi rientrano due dei più conosciuti: Didot e Bodoni

Con l’esplosione della seconda rivoluzione industriale poi, nascono nuove esigenze comunicative che si esprimono con una vera “rivoluzione” anche nel mondo della tipografia: le lettere diventano più alte e con un peso maggiore. Uno dei risultati di questa sperimentazione è la nascita degli Egyptian: slab serif con grazie molto pronunciate, come Rockwell.

Ci avviciniamo sempre di più ai nostri tempi!

Arriviamo finalmente al secolo scorso: nascono Futura e Akzidenz Grotesk (antenato del più famoso e amato Helvetica).  Il Futura, definito anche Geometric Sans, riscuote subito enorme successo: è molto chiaro e regolare, perchè si basa su figure geometriche (cerchio, rettangolo triangolo) che gli conferiscono simmetria. Allo stesso tempo in Inghilterra il designer Gill crea un nuovo font: Gill Sans, simile ai Geometric Sans ma con curve più armoniose e naturali, che gli conferiscono la nomina di Humanists Sans.

Il 1957 è l’anno che nessun grafico può dimenticare: prende vita l’Helvetica. Le sue curve sinuose, la sua eleganza, la sua semplicità e il potere di declinarsi in molteplici versioni con pesi diversi lo hanno reso il più amato dai designer di tutti i tempi, e anche il nostro preferito!

Con l’arrivo dei computer cambia anche la tipografia: inizialmente troviamo i Pixel Typeface, costituiti dall’unione di più pixel, ma grazie all’evoluzione tecnologica si arriva ad avere la possibilità sia di creare nuovi font dal nulla (come Comic Sans) sia di inserire i font “classici” in digitale ed utilizzarli.

E oggi? Con il potere degli strumenti di cui disponiamo, chiunque può creare un carattere tipografico e personalizzarne ogni aspetto: sono sempre di più infatti i caratteri custom, creati appositamente per un brand.

Rendiamo il 2021 un anno indimenticabile: il nostro calendario sta arrivando!
Continuate a seguirci per scoprire quando sarà disponibile e tutte le curiosità che lo riguardano… una piccola anticipazione: troverete tutto nella nostra sezione news!

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